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Un’altra poesia da “Pensieri Notturni Disordinati“.

Credevo

Credevo d’essermi rimesso in piedi,
dopo la botta in faccia
che m’ha steso a terra,
esanime…

Credevo d’aver vinto
quella parte irrazionale
che tante volte, troppe,
ha inumidito i miei occhi.

Credevo d’aver interrotto,
con fatica, sudore e tanto dolore,
quella robusta catena
che mi legava al mio passato.

Credevo d’essere forte,
grande, intelligente, maturo,
tanto da potermi permettere
di sorriderci sopra…

Credevo di poter essere in pace con tutti,
ma, soprattutto,
con quella parte di me
che mi mette sempre in difficoltà…

Credevo…
Già…
Credevo…
E invece…

E invece,
mi è bastato ripensare ai tuoi occhi
per capire che il mio passato
non è poi cosi remoto…

Mi è bastato pensare ai tuoi sguardi
di quando dicevi d’amarmi
per capire che mi mancano
come l’aria…

Per capire che, in fondo,
i tuoi occhi erano tutto ciò
che potevo sperare di avere
da questa strana cosa chiamata vita.

Per comprendere come, in fondo,
credere in qualcosa sia più importante
del qualcosa in cui si crede.
E che, a volte, tradisce il nostro credo.

© Roberto Grenna – Riproduzione vietata

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