La colpa è una gran brutta bestia. Una cosa che nessuno vorrebbe vedersi attribuire, neppure per le cose più stupide.
La colpa è la rappresentazione dell’errore applicato alla persona che lo ha compiuto. Ed è per questo che nessuno la vuole. E che, se accusato, cerca di ribaltare sull’altra persona.
Già… perché la colpa è ribaltabile. Come il sedile di un’auto a tre porte. È trasferibile, come un bene qualunque: l’importante è che non si fermi da me.
Un po’ come quando da bambini si giocava a “Ce l’hai” e l’unico modo per essere immuni era incrociare le dita e tenerle incrociate. Ho conosciuto gente che ci andava a dormire, con le dita incrociate, pur di non sentirei dire “ce l’hai” e di dover trovare qualcun altro a cui passare la maledizione del tocco.
Oggi vedo gente che incrocia le dita negando qualsiasi tipo di evidenza.
Proiettando sull’altro la propria incapacità (a fare, a educare, a insegnare: poco importa quale sia), perché proprio non si può avere il fardello della colpa.
Difendendo a spada tratta qualsiasi stupidaggine propria o della propria prole, perché se ti ammazzo con un colpo di pistola, la colpa è la tua che non ti sei spostato.
La colpa è il male della società, perché crea cancrene poi difficili da curare. Cancrene che il più delle volte prevedono l’amputazione.
Io cerco sempre di comprendere i problemi e di cercare la migliore soluzione a ciascuno di essi. Perché a me interessa che le cose funzionino e se qualcosa non va, ci sia il modo di agire per correggere e migliorare. A me piace risolvere i problemi. Assumere tutti i dati di una questione, metterli insieme e trovare, se possibile e se in grado, una soluzione.
Mi piace aiutare gli altri a trovarne, anche quando, magari, sull’argomento sono messo male anche io.
Mi piace rendermi utile e sì, se ho una colpa, ammetterla e cercare di migliorare per non averla più addosso.
La colpa non è una lettera scarlatta. È un’occasione per capire quello che non va e provare a porvi rimedio.
Ammesso e non concesso che l’unico obiettivo della vita sia incolpare gli altri dei propri fallimenti e dei propri errori. Delle proprie distrazioni e delle proprie ansie da prestazione. Insomma, delle cazzate che si fanno.
La colpa è una gran brutta bestia. Ma assumersela, ogni tanto, migliorerebbe il mondo.