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Ho concluso da poco l’ultimo dei miei 57 scrutini. Strano svolgerli con riunioni da remoto. Strano il mancato rituale delle firme sul tabellone. Strano tutto quello che c’è stato e c’è intorno a questo tribolato anno scolastico. Strano – soprattutto – dover promuovere all’anno successivo persone che su dieci materie ne avevano nove insufficienti – anche gravi – e una con un misero “sei”. Strano dover ammettere all’esame persone con tre o quattro insufficienze. Strano dover sostenere, da mercoledì prossimo, un esame costituito da un solo colloquio “puzzle” e con quello giocarsi il lavoro di cinque anni.

Strano. E, ritengo, anche profondamente lesivo degli sforzi di chi ha dato tutto in questo periodo di lockdown – che nessuno ha voluto ma che tutti abbiamo dovuto vivere – sia che si tratti di un/a Docente, sia che si tratti di un/a Discente. E, permettetemi, anche di un Genitore. Il lavoro messo in campo dalla classe Docente di questo Paese è stato enorme. Magari non da tutti, ma dalla stragrande maggioranza sì. Vado dicendo da mesi che, nel periodo più buio nel quale tutto o quasi era “chiuso”, Scuola e Sanità hanno di fatto costituito la spina dorsale dell’Italia. E non parlo delle entità astratte a loro legate, ma di quelle centinaia di migliaia di persone che hanno lavorato quotidianamente – e, nel caso della Sanità, anche con turni massacranti, senza neppure uscire dagli ospedali – per far sì che le fasce più bisognose di attenzione – under 20 e malati – potessero avere lo stretto indispensabile.

Bene. Sono ignorante in materia di Sanità, ma penso di poter dire la mia sulla Scuola. Non nego che quelle promozioni non meritate siano state come schiaffi in pieno viso per me – attore marginale di questo mondo (come è noto, i dirigenti scolastici non fanno nulla dal mattino alla sera) – e, soprattutto, per i Docenti delle Scuole che dirigo e per i Discenti che le frequentano e che hanno dato il massimo, spesso anche grazie all’aiuto delle Famiglie, che li hanno messi in condizione con mille sacrifici di essere sempre presenti, anche on-line. È uno schiaffo che lascerà un segno, tanto quanto la pandemia che ha portato via dai propri affetti così tante persone. È, soprattutto, uno schiaffo che si poteva evitare. Bastava non avere fretta. Bastava non parlare prima di avere un piano di lavoro. Bastava chiedere a chi a Scuola, praticamente, vive e ha il polso della situazione. Non penso sia semplice governare un Paese e non credo nemmeno che sarei in grado di farlo. Ma so che questo, per me come per tanti altri, non è un lavoro, bensì una missione. E so anche che ogni scuola, ogni classe, ogni singolo Discente è diverso da tutti gli altri e, quindi, trovare una soluzione che vada bene per tutti non è possibile. Ma una soluzione che fosse equa, beh… me la sarei aspettata.

Sono un Amministratore Pubblico e parte del mio lavoro consiste nel rispettare (ma questo mi deriva dalla mia condizione di cittadino, sia ben chiaro) e nel far rispettare le leggi. Non mi si può chiedere, però, di essere sempre d’accordo.

Detto questo, un “grazie” a tutte quelle e a tutti quelli che hanno dato il massimo in questi mesi e un grande abbraccio a tutte le Ragazze e a tutti i Ragazzi che da mercoledì cominceranno gli Esami di Stato: io credo profondamente, visceralmente, in Voi e nelle Vostre capacità. In bocca al lupo!

4 Replies to “Breve storia triste”

  1. Sí, sono d’accordo con te in buona parte pur lavorando in un’ordine di scuola diverso da quella che dirigiti tu…
    Credo che i Dirigenti e gli stessi insegnanti abbiano subito un forte stress emotivo e morale…Personalmente mi sono trovata ad entrare con video lezione a casa di una famiglia con un parente sottoposto a cure chemioterapiche…Lì ad interrogare il ragazzino, con la persona malata che mi guardava e mi salutava, mi sono sentita fortemente fuori luogo…😔 E lì gli obiettivi richiestimi dalle griglie Dad mi hanno fatto un po’ incavolare…
    La scuola é quella fisica, lì é il posto naturale dove poter esprimere giudizi e valutare, non la casa di famiglie dove ci sono disparitá economiche, sociali e culturali…
    A mio avviso i miei alunni, sto scrivendo di classi di scuola primaria, hanno giá fatto molto a svolgere le consegne inoltrate e a sopportare una reclusione, a volte difficile da spiegare, con norme non sempre chiare ed univoche. Per ragazzi più grandi non posso permettermi d’esprimere opinione, hai ampiamente elencato tu le giuste perplessitá create da norme ministeriali.
    Anche io vorrei augurare un grosso in bocca al lupo a tutti gli studenti impegnati negli Esami in questi giorni.😌

  2. Credo che sia mancato da parte di ci governa il buon senso del padre di famiglia e che si sia dimostrato ancora una volta quanto la meritocrazia ( quella che un docente riesce a cogliere anche dietro ad un PC e ad una telecamera spenta) non sia minimamente tenuta in conto nel nostro Paese, in nessun contesto

  3. Caro Roberto, sì hai ragione, tutto molto strano! Questo maledetto covid ha fatto venir fuori “il vero” da ogni situazione: si è visto chiaramente chi si é impegnato e chi no; chi e come ha saputo lavorare in ogni situazione e per ogni profilo! E di questo, aldilà delle sconfortanti decisioni prese dal ministro sulle valutazioni, ne faremo tesoro!
    Buon lavoro e In bocca al lupo per gli esami!!🤞😊

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