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Da un po’ penso che mi piacerebbe – un po’ per curiosità, ma molto perché penso possa essere utile per il mio lavoro – attivare un modulo Google con il quale fare una serie di domande a Studentesse e Studenti in merito alla scuola. Non alla loro scuola, ma più in generale a cosa si aspettino dall’istruzione, dai loro Docenti, dalle cose che imparano… tutte cose che nessuno ci ha mai chiesto e che, probabilmente, nessuno chiederà mai ai Discenti. Sto partecipando, per lavoro, a vari tavoli dedicati alla scuola, alla ripresa della didattica in presenza, agli Esami di Stato e a tutto ciò che possa transitare nell’orbita delle scuole e mi rendo sempre più conto che tutto è strutturato senza minimamente tener conto di ciò che pensino Studentesse e Studenti. A volte, anzi, ho l’impressione che sia strutturato nonostante loro e le loro esigenze…

Beh… da un po’ penso di realizzare un modulo Google e, finalmente, l’ho fatto: eccolo (cliccate QUI)!

Anche se non siete interessate/i direttamente da questa raccolta dati, mi fareste un enorme favore a diffondere il link a quante più Ragazze e a quanti più Ragazzi in età scolare conosciate. Grazie di cuore a tutte e a tutti!

19 Replies to “Esperimenti sociali”

  1. Migliorare le aule, i bagni e soprattutto i banchi che sono piccoli e rotti. Gli orari scolastici dovrebbero agevolare di più gli studenti in modo da non creare problemi.

  2. A me va bene la scuola così com’è mi piacerebbe solo che i professori facessero in modo che i compagni non prendano in giro le ragazze che hanno difficoltà
    Per il resto ottimo anche i prof di sostegno

  3. Penso che la scuola ci dovrebbe insegnare cose più sensate che ci possano aiutare nella vita di tutti i giorni… Certo le materie sono importanti dalla prima all’ultima però ce da dire che molte cose che ci servono realmente noi le “scopriamo” solo dopo la scuola. Preferirei che i docenti si possano mettere nei nostri panni e capire che anche se stiamo a casa (durante la quarantena) non stiamo a girarci i pollici e vorrei che non ci riempissero di compiti e verifiche perché pure noi ci stanchiamo, e non poco.

  4. Trovo che il sistema scolastico in generale sia molto tossico a partire dallo studio molto pesante, i professori non capiscono gli studenti

  5. Penso che, nonostante tutto, i professori dovrebbero venirci più incontro e ascoltarci di più. Non dovrebbero correre nel fare le cose, spiegare o interrogazioni solo per dire di aver fatto quell’argomento e non averci capito nulla. Non dovrebbero riempirci di verifiche e interrogazioni perché in questo modo portano lo studente a studiare solo per il voto e non per altro. Gli studenti dovrebbero sentirsi più partecipi della scuola ed essere i veri protagonisti

  6. La scuola italiana a livello di organizzazione e metodi è molto stressante dal punto di vista psico-fisico, è molto arretrato ma soprattutto pesante come quantità di studio e difficoltà dei test, la mole delle cose da studiare a molto alta rispetto a scuole di altri stati come l’America ecco.

  7. Troppe verifiche e interrogazioni tutte insieme, capisco che ci siano i periodi più pieni ma così è troppo stressante. Tutto insieme così non va bene, le cose si accumulano e poi i professori dicono “dovete studiare prima”, eh ma prima dovevo studiare per l’altra materia, e così via come un circolo vizioso. Per il resto i prefessori sono molto disponibili a livello di chiarimenti e a rispiegare,

  8. Io penso che la scuola in generale,ma anche quella in cui siamo noi(e lo noto visto che lo vivo in prima persona)non stia attenta ai problemi degli studenti,pochi professori pensano a come possa stare il ragazzo dentro di lui e tanti organizzano incontri su problemi simili a questo,ma che senso ha se poi non si va a parlare dei problemi che un alunno può avere e che lo portano ad odiare la scuola,trovo che tanti professori debbano mettersi nei panni dello studente,debbano chiedere cos’è che non va,invece di essere indifferenti,studio molti autori che sostengono che sia il professore che si deve adattare al ragazzo per educarlo al meglio,ma poi invece trovo insegnanti a cui non interessa di quello che impariamo noi e chi capisce capisce,chi non capisce problema suo,è selezione naturale o vogliamo provare ad educare al meglio tutti?!Ricapitolando per me i problemi sono l’indifferenza dei professori e i loro metodi di insegnamento,spero che questo messaggio verrà letto e compreso,grazie.

  9. La scuola la vedo come un posto per diventare grandi,insomma una specie di vivaio,dove talenti acerbi si formano diventando ottime promesse per il futuro.

  10. Penso che la scuola ma anche sopratutto i docenti dovrebbero mettersi un po’ nei panni di noi alunni, alcuni professori già lo fanno ma altri no. (Sopratutto in questo periodo di grande stress)
    La scuola dovrebbe essere più specifica nel dare informazioni e spiegarci meglio le cose (ad esempio alternanza scuola-lavoro)

  11. penso che gli insegnati dovrebbero venire più incontro alle nostre esigenze in svariati modi. Mi rendo conto che a volte i professori sovraccaricano di lavoro gli studenti, ottenendo un effetto controproducente nei confronti della loro materia. Le eccessive ore dedicate allo studio, ci privano di dedicarci ad attività oltre la scuola come sport, passioni ecc.
    Penso anche che la scuola debba modernizzarsi dedicando ore di lezione alla discussione di problemi contemporanei e problematiche attuali.

  12. Spesso mi ritrovo in una situazione in cui le verifiche e le interrogazioni vengono messe tutte insieme, io vado in panico e mi demoralizzo.
    Se ci fosse un organizzazione più ordinata da parte dei professori nell’incastrare il tutto penso sarebbe già un passo avanti.

  13. detto sinceramente ho appena iniziato un nuovo percorso, quello delle scuole superiori e non so ancora cosa io mi aspetti, di sicuro un’ istruzione giusta e che mi possa aiutare per il futuro. Certo per quello che un domani vorrei fare io questi anni mi serviranno come base perché ci vorranno tanti altri anni di studio ma spero di saperli affrontare al meglio. questo mi aspetto dalla scuola una giusta formazione sotto tutti i punti di vista, sia scolastica che umana perché in fin dei conti i docenti non solo devono saper insegnare la loro materia ma devono anche essere in grado di infonderci dei valori che potranno aiutarci in futuro.

  14. Personalmente ritengo che il sistema scolastico italiano sia diventato, avanti col tempo, sempre più opprimente e tossico nei confronti dei suoi studenti.
    Pare che non vi sia più una correlazione tra studio e voglia di imparare.
    Ormai non si tratta più nemmeno di “imparare” ma si tratta di rispettare le scadenze, è una continua corsa al tempo, e spesso esso ci viene anche a mancare.
    La scuola dovrebbe prepararci al futuro, garantirci delle solide basi per giungere alla nostra completa emancipazione, ma attraverso uno schermo ritengo non sia del tutto possibile se non ci viene dato un aiuto dai docenti stessi.
    Io personalmente mi sono ritrovata a non voler più andare a scuola/non prendere parte alle lezioni perché i professori non esitavano a riempirci di verifiche e interrogazioni, con la scusa “siete a casa, oltre a studiare non avete molto altro da fare”.
    Ora, non voglio fare polemiche e quant altro, ma con un pensiero del genere non sperate che si arrivi a qualcosa di buono.
    Con l’accumularsi di prove scritte e orali non è lontanamente possibile, per la maggior parte di noi studenti, riuscire ad ottenere i risultati prefissati.
    È del tutto controproducente.
    Siamo giovani, alcuni potranno anche essere sfaticati, non lo nego, ma io personalmente mi trovo in una classe dove la voglia di imparare e di arrivare in alto non manca.
    Ma con il progredire di questa metodologia (priva di una qualunque organizzazione) è facile che questa voglia di impegnarsi passi, nonostante uno ci tenga realmente ad andare bene.
    Questa maniera che i professori hanno nel rapportarsi a noi non ci fa bene, la nostra salute mentale ne risente (non è normale avere attacchi di panico prima di alcune interrogazioni/verifiche, e qui non penso ci sia qualcosa da ridire) e se cercassero di venirci incontro saremmo tutti più motivati, più contenti di prendere parte in maniera attiva alle lezioni e anche i professori sarebbero soddisfatti.
    Il motto del Saluzzo è, se non erro, “progettare il presente, vivere il futuro, al Saluzzo Plana sei protagonista”, con tutto il rispetto ma a me pare tutto l’opposto.
    È come se all’interno di questo contesto e ambiente, noi risultassimo essere solo dei numeri, non viene testata la nostra intelligenza ma la nostra memoria, non vengono prese in considerazione le peculiarità di ognuno ma veniamo tutti catalogati in un gruppo comune senza tener conto delle difficoltà che 3 studenti su 10 possono riscontrare nelle varie materie.
    Inoltre mi dispiace che passi anche un messaggio sbagliato da parte nostra, e cioè che non abbiamo voglia o che non siamo interessati, non è così, o comunque non per tutti.
    Ho scelto un liceo con la consapevolezza che sarebbe stato tosto, molto tosto, e così si è dimostrato, ma la difficoltà sta per lo più nella scarsa organizzazione che i professori hanno.
    Gli studi di pedagogia fatti fino ad ora hanno riportato in maniera chiara e concisa l’idea che non debba essere l’allievo ad adattarsi al metodo dell’insegnamento del professore, ma bensì il contrario.
    Attualmente credo che questa “pratica”, se si può definire così, non venga applicata, e lo dimostra anche l’atteggiamento che i professori in generale hanno nei nostri confronti, perché costoro pare che si focalizzino solo e soltanto sulla propria materia, tralasciando le altre perché non sono di loro competenza (ed è plausibile d’altronde, ognuno ha un programma da rispettare e sono cosciente di questo).
    Comprendo il loro punto di vista, capisco che non sia facile nemmeno per loro e che vorrebbero tornare alla didattica in presenza tanto quanto noi, ma non vorrei essere messa nuovamente in discussione solo perché per motivi legati a scarsa connessione, problemi familiari, problemi personali e così via io non riesca anche ad essere una brava studentessa o a non essere particolarmente afferrata a lezione, anche perché spesso fatico a sentire ciò che il/la professore/professoressa dice a causa del poco segnale, e so che può sembrare una scusa ma è così (la scuola potrà anche fornire dispositivi per seguire le lezioni, ed è un gesto veramente solidale, ma la rete internet è un problema a sé che né io né i professori possiamo risolvere).
    Da quando ho messo piede al liceo mi sono ripromessa di studiare solo e soltanto per me stessa, ma con l’andamento di adesso non biasimateci se non ci sentiamo più invogliati nel continuare…non energicamente almeno.
    E mi sento di proporre un’ultima cosa: non sono una professoressa e non so nemmeno se sarei in grado di ricoprire questo ruolo, probabilmente no, ma credo che il segreto per far sì che gli studenti siano contenti di prendere parte attiva alle lezioni, sia il sentirsi coinvolti.
    “Ditemelo e me lo dimenticherò, insegnamelo e lo ricorderò, coinvolgimi e lo imparerò.”
    Fortunatamente alcuni professori hanno ascoltato questa nostra richiesta, altri meno.
    Questa è la mia idea in merito al sistema scolastico, grazie per averci dato l’opportunità di esprimerci, vuol dire tanto per noi.

  15. Mi aspetto che l’istruzione sia ‘un’istruzione di qualità’ e che usciti dal proprio percorso scolastico le basi del proprio indirizzo specifico siano apprese e consolidate grazie a programmi ben strutturati e adattati alle competenze richieste in campo lavorativo.
    Mi aspetto che i professori valutino test e interrogazioni con giudizio, chiariscano i dubbi di tutti gli alunni se richiesto, arricchiscano le lezioni con le proprie conoscenze ed esempi di attualità se possibile, insegnino valori concreti volti alla maturazione morale degli alunni, valorizzino e rispettino le differenze tra studenti ed adattino le lezioni in congruenza a queste, prestino attenzione a non cedere a favoritismi per principio di correttezza, ricerchino il dibattito in classe con gli alunni, correggano gli alunni e permettano a questi di fare esercitazioni pratiche, rispettino gli alunni e si facciano rispettare senza abusare della propria autorità e incentivino gli studenti alla curiosità, all’uso dello spirito critico e alla positività, tutto questo con o senza la Dad.

  16. Partiamo dal presupposto che la scuola italiana, soprattutto negli ultimi anni, sta andando peggiorando e questo sicuramente non gioca a favore di nessuno, anzi, incrementa il disinteresse, la negligenza e l’indifferenza degli studenti nei confronti della scuola stessa. A scuola non si dovrebbe solo studiare il programma ministeriale ma sarebbe meglio che tutti gli studenti, di tutte le età, possano dedicarsi ad attività differenti dove si parla di attualità, fatti di questi tempi, affinché maturino consapevolezza e responsabilità. Andare a scuola non significa soltanto svolgere il programma di ogni materia ma anche capire le dinamiche al di fuori di essa. Tutti i ragazzi disabili all’interno delle classi dovrebbero essere coinvolti di più, in attività svolte DURANTE L’ORARIO SCOLASTICO e non al di fuori di esso, soprattutto in questo momento è importante che essi non perdano il legame con i compagni che non possono vedere.
    Gli studenti devono essere coinvolti, non bisogna fare semplici domande ma far interagire tutta la classe in maniera funzionale. La maggior parte dei professori vedono la dad come un passatempo per noi studenti, visto che siamo a casa, ci svegliamo a 10 alle 8 dunque il tempo già è risparmiato, per tornare a casa non prendiamo più il pullman quindi abbiamo più tempo per studiare. Non sempre viene rispettata la pausa dei 10 minuti, spesso mi sono trovata a farlo presente ai professori perché quei 4 minuti in più che mi tolgono, io posso usarli per fare qualcosa di assolutamente produttivo, non correre perché non ho manco il tempo di andare ai servizi. Tutti, studenti e docenti, devono essere coscienti del loro ruolo e ognuno deve svolgere il proprio compito, ciò non significa che se io ho problemi di connessione (che si possono riscontrare durante la didattica a distanza) vengo rimproverato, ma quando i professori hanno problemi di connessione nessuno li sollecita a migliorarla, anzi, si risolve il tutto con semplici scuse, scuse che però se sono date dagli studenti vengo completamente ignorate perché “queste sono le regole”.
    Ultimamente non studia più perché si ha piacere nel farlo, ma perché si deve. Sono numerose le persone da cui ho sentito pronunciare frasi così. Ora mi chiedo, è proprio questo lo scopo di questo indirizzo dove dovrebbe prevalere l’aspetto umanistico? L’insegnamento spetta alla scuola, ma se si arriva a questi punti, a parer mio, c’è poco margine di miglioramento, tuttavia sono fiduciosa.
    Confido ancora che ci possano essere progressi e passi al fine di tutelare tutti noi.
    Prima delle interrogazioni tremiamo come foglie, alcuni hanno attacchi di panico, sembra una realtà utopistica ma in realtà non è poi così tale, è la verità dei fatti. Siamo arrivati ad un punto in cui il professore fa domande impossibili perché parte dal presupposto che tu abbia attacco davanti biglietti e fogli, così facendo non puoi cercare la risposta ma devi arrivarci da solo, cosa a parer mio un tantino eccessiva. È innegabile che ci siano studenti con poca voglia do fare e di studiare, ma di sicuro non è il caso mio e della mia classe, che ha voglia di acculturarsi, di sapere, di conoscere. Nel corso dei miei studi qui, ho compreso molte cose importanti, tra cui anche il concetto di solidarietà, tra gli studenti è sicuramente più persistente, ma da parte dei professori nei nostri confronti? Non credo proprio. Voglio alzarmi la mattina con l’interesse di ascoltare le lezioni, non venire rimproverato per motivi futili e superficiali.
    Esponiamo questi problemi ormai da mesi, senza alcun tipo di intervento.
    Non vuole essere tutta una polemica o una critica, ma la realtà dei fatti è questa, lo stato italiano non è in grado di garantire continuità in questo tipo di cose, così come non riescono a farlo neanche le singole scuole. Io non posso studiare 9 materie contemporaneamente, ci vuole più collaborazione e cooperazione TRA INSEGNANTI. Ognuno deve essere a conoscenza delle possibili verifiche o interrogazioni dell’altro, altrimenti è tutto un caos, sicuramente non è facile, ma siamo tutti sullo stesso piano, o ci aiutiamo a vicenda, oppure uno dopo l’altro avrà ripercussioni, e non mi sento esagerata nel dire che in mezzo a tutto questo, ci sono anche menti sensibili che hanno bisogno indubbiamente di più attenzioni e riguardo, non neghiamoglielo.

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