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Nata a Glatz (attualmente chiamata Kłodzko) come Sophie Charlotte Elizabeth Weingarten, figlia di un diplomatico austriaco, fu obbligata a sposare, all’età di diciannove anni, un anziano consigliere della corona, Theodor Ursinus. Visse con lui a Stendal fino al 1792, per poi trasferirsi a Berlino.
Ebbe una relazione adulterina con un ufficiale olandese di nome Rogay, che dopo ius periodo di lontananza dalla donna, tornò e trovò la morte nel 1797 per “consunzione”, probabilmente causata della tubercolosi.
Rimasta vedova nel 1800, pochi mesi dopo ebbe anche la sfortuna di perdere una zia, Christina Witte, che le lasciò una grande eredità.
Tre morti apparentemente non legate tra loro – se non dal fatto che le persone coinvolte erano intime di Sophie – e che non destarono particolari sospetti tra gli inquirenti.
Divenuta amante del domestico Benjamin Klein, nel 1803, convinta che l’uomo volesse lasciarla, tentò di avvelenarlo a più riprese con l’arsenico. L’uomo, riconoscendo i sintomi da avvelenamento, denunciò alla polizia: Rogay, Ursinus e la Witte erano stati avvelenati, il primo perché aveva intenzione di lasciare la sua amante per un’altra donna, gli altri due per puro profitto.
Riesumati i corpi del marito e della zia, per quest’ultima non vi furono dubbi: era morta per avvelenamento.
Sophie Ursinus fu condannata all’ergastolo e fu tradotta alla prigione di Glatz, dove fruì di una suite con personale domestico, oltre alla possibilità di ricevere visite e di dare vere e proprie feste, anche grazie all’enorme disponibilità di denaro. Morì il 4 aprile 1836.

Per maggiori informazioni, potete scaricare qui “Dieci storie di avvelenatrici”.

Fonti:

M. Newton, Dizionario dei serial killer, Newton Compton Editori, Milano 2004.
https://en.wikipedia.org/wiki/Sophie_Ursinus

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